L’oggetto dell’opera prende le mosse dal ricamo e dalle tecniche classiche di fabbricazione e restauro del tappeto apprese in Turchia.
Qui il desiderio è di anticipare l’arrivo della primavera: nell’attesa delle prime gemme ho iniziato a coltivare sul telaio un giardino fiorito, ho avuto cura dell’erba sfiancata dall’inverno, ho fatto sbocciare le prime macchie vivaci. Un cortile domestico, prezioso quanto i giardini dell’Eden riflessi nei percorsi dei tappeti antichi, reale per lo stesso profumo della terra. Un piccolo rituale personale, una ciclica rinascita, un compito femminile forse.
Una garza cucita avvolge una zolla di terra, in essa si radica un giardino, fili annodati e tessuti a kilim si legano ad un frammento di tappeto del secolo scorso. Una casa risplende.